vendredi 15 mars 2024

“Scrittura a mano a rischio, guai a chi vuole trasformare il nativo digitale in un analfabeta sostanziale”

L’appello dell’Accademia della Crusca: “Scrittura a mano a rischio, guai a chi vuole trasformare il nativo digitale in un analfabeta sostanziale”

Accademia della Crusca, officiellement créée le 25 mars 1585 - italiani.it

L’allarme di Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca: la scrittura manuale non deve essere sacrificata sull’altare della tecnologia. In un’epoca dominata da tastiere e schermi touch, Marazzini sottolinea l’importanza di preservare questa forma educativa primaria e strumento utilissimo.

Non basta muovere le dita veloci su una tastiera 

La scrittura a mano richiede un controllo motorio e una coordinazione occhio-mano che favoriscono lo sviluppo cognitivo e la concentrazione. Inoltre, permette di esprimere la propria individualità e creatività in modo unico.

Il rischio dell’analfabetismo sostanziale

 Marazzini mette in guardia contro il pericolo di trasformare i nativi digitali in analfabeti sostanziali, incapaci di appunti veloci, di prendere note o di firmare un documento.

L’importanza del corsivo

lire la suite : https://www.orizzontescuola.it/lappello-dellaccademia-della-crusca-scrittura-a-mano-a-rischio-guai-a-chi-vuole-trasformare-il-nativo-digitale-in-un-analfabeta-sostanziale/

mardi 5 mars 2024

Steve Paxton - Documentaire Danse Contact Improvisation


 

Morto Steve Paxton, gigante della danza contemporanea

Morto Steve Paxton, gigante della danza contemporanea

Aveva 85 anni. Aveva ricevuto il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale Danza nel 2014

 È morto a 85 anni il coreografo e danzatore statunitense Steve Paxton. Lo ricorda oggi la Biennale di Venezia, esprimendo il proprio cordoglio. Paxton ha fatto la storia della danza e delle arti in generale: protagonista della rivoluzione artistica che ebbe il suo epicentro a New York negli anni 70 nella Judson Church, ha diffuso nel mondo il post modern americano e la contact improvisation, con una ricerca condotta in maniera tanto appartata quanto con coerenza di stile e di vita.

Celebrato in tutto il mondo come autore di spettacoli seminali, fra cui spicca il capolavoro delle Goldberg Variation, Paxton ricevette il Leone d'oro alla carriera della Biennale Danza nel 2014. In quell'occasione fu presentata Bound, una successione di episodi, interpretati dal danzatore sloveno Jirij Konjar, a cui Paxton aveva passato il testimone sulla scena, ognuno dei quali rappresenta un microcosmo isolato, in un processo di accumulazione quasi numerica

samedi 10 février 2024

Londra, la mostra sull’Impero romano infiamma il British Museum

Londra, la mostra sull’Impero romano infiamma il British Museum 
 I critici dei giornali britannici concordi: “Una delle esposizioni più potenti della storia”. Fino al 23 giugno
 02 FEBBRAIO 2024 dal nostro corrispondente Antonello Guerrera
 
LONDRA. LONDRA

Raramente una mostra in Inghilterra aveva ricevuto da tutti i principali quotidiani cinque stelle su cinque e complimenti rari. Ma, come spesso accade nel cuore dell’ex British Empire, qui sono pazzi per l’Impero Romano. Il Telegraph sentenzia: «Una delle mostre più potenti nella storia del British Museum». Il Times: «L’entusiasmo è irresistibile». Il Guardian: «Roma per tutti». L’Evening Standard: «Una rassegna mozzafiato».

Del resto, l’Impero Romano è uno dei capitoli della storia più amati dagli anglosassoni, basti pensare al Gladiatore con Russell Crowe, i saggi della grande storica Mary Beard fino ai video su TikTok.

C’è un precedente prestigioso: nel 2013 sempre il British Museum – attualmente terzo museo al mondo per visitatori con oltre 4 milioni all’anno – organizzò una mostra su Pompei. Ebbe un successo clamoroso, come l’omonimo romanzo di Robert Harris. Tanto che il numero degli ingressi schizzò del 20 per cento rispetto alla media di quel periodo e venne prodotto addirittura un documentario sulla rassegna: Pompeii Live from the British Museum.
 
 
 


Monache, il volto segreto del Medioevo

Miracolo di Santa Chiara, XIII secolo, antica chiesa di Santa Chiara, Nola
Miracolo di Santa Chiara, XIII secolo, antica chiesa di Santa Chiara, Nola

27 GENNAIO 2024 di Marcello Simoni

Dalla poetessa benedettina Rosvita a Ildegarda di Bingen, tra il XIII e il XV secolo le suore furono un’avanguardia sapiente che solo ora si riscopre

“Pregate per l’amanuense che scrisse questo libro. Il suo nome è Elisabeth”. Così si legge nel colophon di un graduale cistercense sopravvissuto alle nebbie del Medioevo germanico. Suor Elisabeth, vissuta in un monastero della Baviera verso il 1260, non rappresenta certo un unicum. Ermenegarda di Lamspringe, Eufemia di Firenze, Agnese di Quedlinburg e un’altra Agnese, vissuta presso il convento padovano di San Pietro, sono solo alcune delle tante monache che tra il XIII e il XV secolo svolsero il lavoro di scriba, di traduttore, di copista e forse anche di miniaturista presso lo scriptorium di qualche rinomato monastero europeo.

 Article sur le site de la Repubblica

lundi 21 août 2023

Danza, serata speciale in Arena Shakespeare con Simona Atzori

 

 Serata di grandi emozioni in Arena Shakespeare per lo spettacolo di Simona Atzori dal titolo I miei 20 anni + 2, organizzato dall'Employee Resource Group di Barilla, Fondazione Munus e Filarmonica Toscanini. L'artista è salita sul palco insieme a una compagnia di artisti che l'aiuta a rendere vivi i ricordi e a restituirli come dono al pubblico. Dal Teatro alla Scala di Milano i danzatori Marco Messina e Salvatore Perdichizzi, dalla SimonArte Dance Company le danzatrici Beatrice Mazzola e Marta Bentivoglio, dal Sermig Laboratorio del suono i musicisti e cantanti Marco Maccarelli e Mauro Tabasso. Insieme a loro le attrici e cantanti Alessandra Anelli e Nadia Scherani, l’assistente alle luci Valeria Bonalume e gli artisti della scuola di danza Professione Danza Parma Formazione Professionale diretti da Lucia Giuffrida. Ospte della serata l'ex ballerina internazionale Liliana Cosi. Foto Marco Vasini.

 

Tutte le photo: parma.repubblica.it

Il ballerino sordo è campione italiano di danza: "Quando volteggio non mi sento disabile"

Il ballerino sordo è campione italiano di danza: "Quando volteggio non mi sento disabile"

Cosimo Damiano Germinario ha 16 anni e vive a Molfetta. La sua passione è iniziata fin da piccolo: “Un apparecchio acustico mi consente di avvertire il 20% dei suoni, ma medici e istruttori non si spiegano come possa sentire il ritmo”

Sogno di arrivare al prossimo Mondiale e perché no, di partecipare a un talent in televisione”. Cosimo Damiano Germinario, ballerino 16enne di Molfetta, audioleso, in meno di un mese ha conquistato due medaglie (una d’oro e l’altra d’argento) nel corso dei campionati nazionali di danza sportiva che si sono svolti a Rimini tra giugno e luglio scorsi. Ma pensa già ai prossimi traguardi: “Quando volteggio mi sento come i normodotati, senza nessuna disabilità, e mi emoziono tantissimo”.

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jeudi 20 juillet 2023

Edgar Morin: “Adesso ho paura per la democrazia”

 Pensatore universale, tra i più grandi intellettuali europei, non nasconde la sua preoccupazione: “Attraversiamo una crisi di civiltà come negli anni Trenta. Dovremmo ripensare la politica”

Edgar Morin: “Adesso ho paura per la democrazia”

 PARIGI – “Attraversiamo una crisi di civiltà, e il campo democratico potrebbe essere sconfitto”. Nel corso di una vita lunga un secolo, Edgar Morin ha abbracciato saperi diversi, con i volumi della Méthode, l’opera enciclopedica scritta tra il 1967 e il 2006 per il quale si è guadagnato il soprannome di “Diderot del Novecento”. Pensatore universale, tra i più grandi intellettuali francesi, ha avuto un’esistenza fuori dal comune: la nascita l’8 luglio 1921 nella comunità ebrea sefardita del quartiere di Ménilmontant, la perdita della madre quando aveva dieci anni, il coraggio di passare nella Resistenza durante l’Occupazione, l’impegno politico nel partito comunista prima di allontanarsene e denunciarne le epurazioni, gli anni dedicati alla ricerca sociologica che lo hanno proiettato...

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mardi 11 juillet 2023

'Raffa in the sky' la rivoluzione del 'Tuca tuca' diventa un melodramma

La Repubblica il  18 Giugno 2023

Lo spettacolo ideato dal Teatro Donizetti di Bergamo ispirato alla biografia della showgirl debutterà il 29 settembre.

'Raffa in the sky' la rivoluzione del 'Tuca tuca' diventa un melodramma 

Raffaella Carà è stata inviata sulla terra da una galassia lontana. La sua missione: combattere il conformismo dell'Italia democristiana, clericale e bigotta dagli schermi della Rai anni Settanta. La sua arma più potente è l'ombelico (scoperto) con cui lotta sotto l'insegna del Tuca tuca. Racconterà questo Raffa in the sky, la 'fantaopera' che trasforma la biografia della showgirl in un melodramma idealmente ispirato a Rossini, Donizetti, Verdi. Raffella Carrà come la "Traviata": un'eroina che concede il suo corpo per la redenzione delle coscienze (e l'emancipazione sessuale di una nazione). A ideare lo spettacolo è il Teatro Donizetti di Bergamo nell'ambito di "Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura", quattro recite dal 29 settembre all'8 ottobre.

"Ciò che vogliamo rappresentare è la vicenda di una primadonna che libera il corpo femminile dalla schiavitù del patriarcato. Una rivoluzionaria, a suo modo. Di certo una donna sulla bocca di tutti, come lo è stata ogni protagonista di melodramma nell'età d'oro, si chiami Lucia di Lammermoor o Violetta Valéry", spiega il regista Francesco Micheli, coordinatore del progetto in qualità di direttore artistico del Festival Donizetti. Del team che sta lavorando con lui alla creazione dell'opera fanno parte Renata Ciaravino e Alberto Mattioli, librettisti, e il compositore Lamberto Curtoni (al momento impegnato nella strumentazione della partitura), poi si uniranno il direttore d'orchestra Carlo Boccadoro e le voci di Dave Monaco, Gaia Petrone, Carmela Remigio. La parte della Carrà viene cucita addosso a Chiara Dello Iacovo, cantautrice-attrice uscita dal contest tv The voice, seconda tra le Nuove proposte di Sanremo 2016. "Non vogliamo fare un biopic, anche se i fatti mostrati sono tutti reali; e dobbiamo molto alla consulenza di Sergio Japino. Piuttosto ci valiamo di Raffaella come specchio della storia italiana dell'ultimo mezzo secolo. Renderla protagonista di un'opera è attestarne la sua dimensione mitica, di figura esemplare che trascende l'umano. E la partitura sottolinea tale aspetto con il genere di canto che le è affidato. Mentre tutti gli altri sfoderano una vocalità belcantista, quella tipica del melodramma da Mozart a Donizetti, lei ha una voce diversa, non lirica, a evidenziare che si tratta di un essere estraneo al mondo. Di un'autentica dea. Di una figura stellare come la Madonna e allo stesso tempo vicina a tutti noi come una sorella, tanto che tutti la chiamiamo familiarmente Raffa".

Scesa nel nostro mondo da Arcadia, pianeta degli artisti governato da re Apollo XI, Carrà si trova subito proiettata all'interno di un singolare campo di battaglia, quello del piccolo schermo. "Nell'opera assistiamo agli sconvolgimenti che le sue apparizioni televisive portano in una famiglia piccolo-borghese di immigrati dal Sud. Vedendone gli show, i genitori si rendono conto che sta franando sotto i loro piedi il modello rurale, patriarcale, entro cui sono stati cresciuti. E il figlio, che non è più possibile educare secondo i sani principi di una volta, scopre quanto sia bello far l'amore da Trieste in giù: grazie all'esibizione dell'ombelico della Carrà come oggetto di piacere, comincia a scoprire il proprio corpo e a misurarsi con una variopinta sessualità". Del resto, prosegue ancora Micheli, "la rivoluzione di Raffa è un po' simile a quella di san Francesco. Come lui, con il suo esempio, sollevò i giovanotti ricchi dal perseguire l'ideale cavalleresco dei padri, così il Tuca tuca ha affrancato la sensualità femminile dall'idea di mercimonio, poiché il corpo appartiene alla donna, che dunque può esibirlo anche soltanto per far piacere a se stessa". La canzoni più celebri di Raffaella Carrà costellano lo spettacolo, che si autofinanzia: per produrlo, una quarantina di sponsor del territorio ha donato 600 mila euro.

 https://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/2023/06/18